La risonanza magnetica (RM) è un esame di diagnostica per immagini ad alta precisione che consente di visualizzare in dettaglio organi, tessuti molli, articolazioni e strutture interne del corpo umano. A differenza della radiografia e della TAC, non utilizza radiazioni ionizzanti, ma campi magnetici e onde radio.
È una procedura non invasiva e completamente indolore, spesso utilizzata per indagare patologie complesse o non visibili con altri esami. La risonanza fornisce immagini tridimensionali estremamente dettagliate, permettendo diagnosi precoci e accurate.
La RM è indicata per identificare lesioni, tumori, infiammazioni, anomalie congenite, traumi o patologie degenerative. È ampiamente utilizzata in neurologia, ortopedia, oncologia, cardiologia e ginecologia.
È anche fondamentale nel monitoraggio di trattamenti oncologici e nella pianificazione pre-chirurgica. Grazie alla sua elevata sensibilità, è uno degli strumenti più affidabili della medicina moderna.
Durante l'esame, il paziente viene posizionato su un lettino che scorre all’interno di un tunnel circolare, dove è presente un potente magnete. Il campo magnetico allinea temporaneamente le molecole di idrogeno nel corpo, mentre le onde radio inviate e ricevute dal macchinario producono le immagini.
L’esame dura in media dai 20 ai 60 minuti, a seconda della regione corporea analizzata. È fondamentale rimanere immobili durante la procedura. In alcuni casi può essere utilizzato mezzo di contrasto (gadolino) per migliorare la visibilità di determinate strutture.
Utilizzata per esaminare cervello e midollo spinale. È indicata per valutare tumori cerebrali, sclerosi multipla, emorragie, ictus, epilessia e cefalee persistenti. Fornisce immagini dettagliate delle strutture neurologiche.
Può essere effettuata con o senza mezzo di contrasto, in base alla sospetta patologia. È uno degli esami più richiesti in neurologia per la sua affidabilità.
Indaga articolazioni, tendini, muscoli e ossa. Viene utilizzata per diagnosticare lesioni sportive, infiammazioni articolari, rotture dei legamenti, artrosi o ernie del disco.
È molto utilizzata in ambito ortopedico e fisiatrico per pianificare interventi o trattamenti riabilitativi. È fondamentale per valutare la condizione dei tessuti molli, non visibili con la radiografia.
Serve per studiare fegato, reni, utero, ovaie, prostata, vescica e intestino. È utile per individuare tumori, cisti, endometriosi, malformazioni o patologie infiammatorie croniche.
In ambito ginecologico, è spesso usata per approfondire casi di dolore pelvico, infertilità o sospette masse uterine. In urologia, aiuta a visualizzare con precisione la prostata e il tratto urinario.
In genere, non è necessaria alcuna preparazione, salvo diversa indicazione medica. Se è previsto l’uso del mezzo di contrasto, può essere richiesto un esame del sangue (creatinina). È fondamentale rimuovere oggetti metallici prima dell’esame.
Dopo la risonanza, il paziente può riprendere normalmente le sue attività. In caso di utilizzo di contrasto, si consiglia di idratare bene per facilitarne l’eliminazione.
La risonanza è controindicata in pazienti con pacemaker non compatibili, protesi metalliche non certificate, frammenti metallici intraoculari o impianti cocleari.
Nei casi di claustrofobia severa, può essere necessaria una leggera sedazione o l’uso di apparecchiature a RM aperta. La RM con contrasto è sconsigliata in pazienti con insufficienza renale grave.
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